migliorare stretchingStretching - Approfondimento - Roba da Arbitri

Oggi ritorneremo su un argomento già trattato in precedenza, e cioè lo stretching, lo approfondiremo e sviscereremo dando uno sguardo anche agli aspetti legati alla postura!

Postura e stretching

E’ usuale sentire, anche dagli addetti ai lavori, che fare stretching migliora la postura e anche noi nel precedente articolo, lo scrivemmo. Oggi chiariamo questo punto poiché in realtà la questione è più articolata rispetto a come sembra. La postura è una posizione che il nostro corpo assume sia in posizione statica sia in posizione dinamica. Può essere considerata la somma di tantissimi fattori come:

  • Il carattere della persona
  • Lo stile di vita
  • Eventuali caratteristiche congenite
  • Infortuni passati che hanno in un qualche modo influenzato l’assetto del corpo

I punti che influenzano la postura sono in realtà molti di più ma il messaggio che deve passare è

La postura è il risultato di un insieme molto complesso di fattori”.

Dire quindi che lo stretching migliora la postura potrebbe essere vero per molte persone e falso per altre. Quindi come già ci siamo detti negli scorsi articoli:

“L’allenamento va sempre contestualizzato alla persona, più precisamente, alle sue caratteristiche e richieste”.

Se ad esempio ci troviamo dinanzi a una persona con dolore alla spalla, probabilmente causato da una instabilità di questa articolazione, dovuta a una debolezza della cuffia dei rotatori, ecco che proporre dello stretching potrebbe risultare controproducente. Sicuramente il problema nasce da un difetto posturale, però nel caso vi sia una debolezza della muscolatura il programma più adatto risulta l’allenamento contro resistenze (elastici pesi ecc). La domanda da porsi quindi è: “Qual è il problema posturale da risolvere?”. Una volta analizzato il problema, con l’aiuto di un fisioterapista, si potrà optare sulla somministrazione di un protocollo più adatto al problema. In generale quindi è meglio dire che lo stretching in determinate situazioni aiuta a migliorare la postura e in altre invece la potrebbe peggiorare!

Dolore cervicale e stretching

Quante volte capita di alzarsi la mattina con un dolore insopportabile al collo? Tanto insopportabile da limitarci la rotazione del capo e questo per noi arbitri è un grosso problema. Spesso si sente dire “Mi è venuta una contrattura al trapezio” ma anche qui la problematica è più articolata. Il dolore cervicale del muscolo trapezio superiore, può essere causato da:

  • Contrattura o trigger point
  • Eccessivo stiramento (spesso riportata in soggetti con capo protratto anteriormente)

Ecco che anche qui lo stretching potrebbe risultare la soluzione ma anche un problema. Nel primo caso sicuramente lo stiramento delle fibre ridurrà l’insorgere di questa problematica, nel secondo caso invece, aumenterà la probabilità che insorga. Ecco che la soluzione al problema la si può trovare solo contestualizzando e discriminando cosa ha provocato il dolore cervicale. In generale è sempre bene chiedere aiuto ad un fisioterapista ma anche attraverso un analisi autonoma si potrebbe comprendere da sé il problema. Una contrattura o trigger point insorge in seguito a lavori eccessivi svolti da questi muscoli, se il problema insorge spesso in seguito a sforzi, allora saremo di fronte al primo tipo. Nel secondo caso, una lesione articolare, può determinare una risposta antalgica sfociante in spasmi muscolari e rigidità tissutale, condizione non piacevole per chi ne soffre. In generale possiamo dire che:

  • Contrattura – si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni e il dolore è spesso localizzato in un punto in aree lontane. La mobilità è ridotta e il dolore è evocato da sforzi.
  • Eccessiva lunghezza o stiramento – Il dolore è diffuso e non puntiforme e vi è una sorta di tensione continua. Viene causata da assetti posturali che sottopongono il muscolo a continui stiramenti. Gli sforzi non evocano dolore.

Quindi se vi venisse una cervicale non pensate subito al massaggio o allo stretching per farvela passare visto che ogni volta bisogna contestualizzare.

Quando lo stretching è dannoso e quando è funzionale

Con questo ultimo paragrafo forniremo esempi pratici che possono dare spunti utili a voi lettori per innescare in voi i giusti ragionamenti quando si parla di allenamento. Lo stretching è dannoso quando:

  • Si gode già di grande mobilità articolare e ci si cimenta in sessioni molto intense nel quale si assumono posizioni estreme. Visto che noi arbitri non dobbiamo sostenere posizioni estreme concentrarsi in allenamenti differenti evita stress e pericoli non richiesti
  • Eseguire spesso stretching a livello delle spalle si è visto che causi maggiori infortuni, probabilmente provocati da ipermobilità della cuffia dei rotatori
  • Eseguire stretching prima di una performance

Quando è invece funzionale:

  • A fine workout
  • Quando i muscoli posteriori della gamba sono “corti” (non ci si riesce a toccare la punta dei piedi)
  • Si hanno evidenti deficit di mobilità di una o più articolazioni es. NON riuscire a stare nella posizione di squat senza alzare i talloni (deficit mobilità tibio tarsica)

Conlusioni

Per riuscire a essere sintetici e chiari si cerca di semplificare argomenti complessi. La complessità è spesso poco apprezzata nel web ed è normale che sia così. Nessuno durante la giornata vuole cimentarsi in letture difficili e impegnative ed è per questo che questo approfondimento insieme ai successivi saranno determinanti. Oggi abbiamo trattato lo stretching mostrando i pro e i contro ma abbiamo anche chiarito che l’allenamento deve essere sempre progettato pensando alle caratteristiche della persona che lo sostiene.

Ludovico Riccioli
Roba da Arbitri

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