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Si sente sempre più spesso parlare delle donne dell’Associazione Italiana Arbitri, una realtà in crescita, ma che purtroppo non ha ancora avuto il giusto riconoscimento nelle categorie più alte del panorama calcistico nazionale. Seppur siano stati compiuti, negli ultimi anni, dei notevoli passi in avanti, in particolar modo per quanto riguarda le delegazioni estere, la presenza delle donne nelle massime categorie nazionali è ancora minima rispetto alle prospettive che ci si augurava di raggiungere.

Nel nostro paese il distacco è ancora più notevole: nessuna donna arbitro attualmente è inserita nell’organico CAN. Ultimamente sembra che ci sia la volontà di muoversi nella direzione già intrapresa dagli altri contesti internazionali e, finalmente, aprirsi a nuovi orizzonti in tal senso. Con il rivoluzionamento avvenuto ai vertici dell’Aia in seguito alle recenti elezioni, il cambio di marcia appare non più solo un miraggio.

La questione delle donne nell’Aia, le ormai famose quote rosa, e, più in generale, del calcio femminile in Italia, affonda le proprie radici in un contesto sociale e culturale, frutto di retaggi del passato, che ancora oggi risulta difficile da superare.

Essere donna ed essere arbitro

Essere donna ed essere arbitro non è una sfida facile. Quante volte, giunte all’impianto sportivo, le ragazze della nostra associazione, soprattutto nel calcio dilettantistico, si sono trovate di fronte i volti stupiti e, talvolta felicemente, sorpresi della dirigenza locale in attesa del solito arbitro da condurre nello spogliatoio.

Tutto si sarebbero aspettati fuorché trovarsi di fronte una giovane donna elegante e determinata, fiera di rappresentare quel giorno tutta la classe arbitrale, che con il suo borsone in mano si appresta a raggiungere il famoso spogliatoio dell’arbitro. Tutto ciò dovrebbe rappresentare ormai una semplice realtà. Talvolta, guardando in televisione le nostre colleghe dirigere in maniera esemplare gare di massimo livello all’estero, ci si convince anche che sia così.

Ma basta ripensare per un attimo alla domenica precedente, all’evidente stupore sul volto del dirigente accompagnatore che si offre di portarti la borsa e si rammarica del fatto che lo spogliatoio non sia abbastanza pulito, che non ci sia la chiave.

Suscita tenerezza quella sua ostentata gentilezza, naturale conseguenza del disagio nei tuoi confronti, mista ad un senso di rispetto per te che sprezzante del pericolo e dell’essere anche donna, ti stai per gettare nella fossa dei leoni. Forse anche tu un pochino fai tenerezza a lui… almeno fin quando non si entra sul terreno di gioco e si fischia quel fallo a sfavore.

In pochi secondi sei circondata da tutta la squadra in protesta. Quegli occhi che ti hanno accolta con timidezza e premura si trasformano in sguardi infuocati dal fervore agonistico e finalmente, tra le proteste da gestire e la partita da far riprendere, ti scappa un sorriso sincero: in quel momento ti senti davvero solo un arbitro. Un arbitro e basta.

Il progetto di Roba da Arbitri per le donne dell’associazione

Con questa rubrica settimanale noi di Roba da Arbitri vogliamo farci portavoce di storie, racconti, episodi, aneddoti e curiosità accadute sui terreni di gioco alle nostre colleghe. Vogliamo farvi conoscere le esperienze e le difficoltà che le donne incontrano in questo ruolo, che non sono né minori né maggiori rispetto a quelle degli uomini, sono solo diverse. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere tutte le ragazze, dalle più giovani a quelle con più gare sulle spalle, che ogni domenica scendono in campo dimostrando competenza e grande professionalità. Sono coloro che spesso si trovano a dirigere le gare dei campionati meno prestigiosi e quindi più ostici, testimoni dirette di quella che è la realtà più vicina alla nostra quotidianità.

Crediamo che questa possa essere una maniera efficace per far comprendere, a chi spesso si esprime senza conoscere, le ansie, le paure, le difficoltà, il coraggio e la determinazione che ogni donna dell’Associazione Italiana Arbitri mette in campo tutte le domeniche, proprio come gli altri colleghi uomini e tutti gli sportivi in generale. Inoltre, ci auguriamo possa essere anche un modo per far avvicinare al nostro mondo altre ragazze con la nostra stessa determinazione e la nostra stessa voglia di mettersi in gioco.

Se sei una ragazza e vuoi far parte del nostro progetto, non esitare a contattarci!

Roba da Arbitri

Di Roba da Arbitri

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