storia donne arbitroRagazze arbitro 5 - Storie dal campo - Roba da Arbitri

La storia che vi proponiamo oggi si basa sull’esperienza diretta di una nostra collega in merito alla tematica social. Tutti sappiamo quanto ormai i social siano entrati a far parte a tutti gli effetti della nostra quotidianità. Inoltre è sempre più difficile riuscire ad utilizzarli nel modo più corretto, in particolare quando svolgi un ruolo così delicato come quello dell’arbitro.

I social nel mondo arbitrale

Come nel mondo reale anche nel mondo degli arbitri i social sono sempre più presenti. Se da un lato risultano utilissimi per far conoscere la nostra associazione ed il lavoro che viene svolto “dietro le quinte”, dall’altro possono rivelarsi delle vere e proprie armi a doppio taglio.

La nostra collega, che chiameremo Maria, ci ha raccontato diversi episodi che le sono capitati da quando ha scelto di diventare un arbitro, nel 2014. Il primo risale ad una gara diretta nel campionato di seconda categoria: ambiente particolare, in cui non di rado accadono eventi curiosi. Maria tornata a casa dopo l’estenuante trasferta, riceve uno strano messaggio su Facebook. Era proprio l’allenatore della squadra di casa che, dopo averla rintracciata, la invita a non utilizzare più il profumo che aveva in quell’occasione, perché causa della sua distrazione e della conseguente disfatta della squadra da lui allenata. Maria ricorda divertita l’episodio, spiegando che ovviamente evitò di rispondere.

Essere arbitri anche sui social

Non è facile mantenere un profilo social adeguato al ruolo che svolgiamo. Ad ogni ragazza o ragazzo, non appena entra a far parte del mondo arbitrale, viene detto che da quel momento in avanti non si farà l’arbitro ma si diventerà un arbitro. Ciò significa che la serietà ed i valori che interpretiamo dovranno contraddistinguerci in ogni ambito, anche al di fuori del campo da gioco. Con l’avvento dei social questo discorso è ancora più amplificato. Immaginate tutte le squadre che non appena vedono la designazione hanno la possibilità di cercare il nome del direttore di gara sui social per farsi un’idea di chi svolgerà la pratica la domenica seguente. E non è nemmeno ipocrita affermare che ad oggi le persone si basano moltissimo su ciò che appare dai social piuttosto che fare riferimento esclusivamente alla conoscenza diretta di chi hanno di fronte. Maria per fortuna lo ha capito bene ed infatti ci spiega come ha reagito in una seconda occasione.

Un passaggio di troppo

Gara difficile. Campo sterrato completamente allagato dalle piogge torrenziali che si abbattono sui protagonisti del nostro racconto fin dai primi minuti. Una delle due società che si sfidano è composta esclusivamente da calciatori di origine straniera, solo l’allenatore è italiano. Maria ci si confronta per tutta la gara poiché è l’unico con cui è in grado di comunicare. Più tardi. mentre si appresta a lasciare l’impianto, si accorge che ad attenderla c’è il mister. Senza troppi fronzoli le chiede un passaggio alla più vicina stazione della metro. Chiaramente Maria si vede costretta a doverglielo negare, nonostante la pioggia battente non si accingeva a fermarsi. Il povero mister dovette farsela a piedi, ciononostante non si riguardò dallo scriverle sui social nei giorni a seguire, anche in quel caso con scarsi risultati. Caro mister se stai leggendo questo articolo sappi che Maria si rammarica di averti negato un passaggio in quel giorno di pioggia di tanti anni fa!

Il dolore che unisce

L’ultimo episodio che Maria ci racconta per la saga social e arbitri risale ad una gara di juniores. Il maltempo caratterizza anche quest’ultimo racconto. La nostra collega si trova a dirigere una delle sue gare più sofferte tra gelo, vento e intemperie varie. Per di più ad un certo punto viene colpita al volto da una violentissima pallonata (chiaramente involontaria) che le provoca una copiosa fuoriuscita di sangue dal naso. Tutti i calciatori si apprestavano a soccorrerla. Le suggeriscono di stendersi supina, secondo una non meglio precisata legge della fisica. Nel frattempo lei cerca di assumere una posizione consona per evitare che il sangue le macchi la divisa. Lo sketch si conclude con una leggera ecchimosi tra il sollievo di tutti i presenti. Pochi giorni più tardi le arriva un altro messaggio sui social. Questa volta si tratta del colpevole del fatto. Il giovane ci tiene a scusarsi per l’accaduto, riconfermando di non averlo fatto volontariamente. Inoltre le spiega di essersi deciso a scriverle poiché ancora si sentiva in colpa per ciò che era successo.

Maria ci racconta che questa fu l’unica occasione in cui decise di rispondere ad un calciatore sui social. Apprezzò molto il suo gesto e lo tranquillizzò sulle sue condizioni. Inutile a dirsi che da quel giorno il ragazzo ad ogni ricorrenza o festa comandata ne approfitta per rinnovarle gli auguri del caso, purtroppo senza essere ricambiato!

Grazie Maria per le esperienze che hai voluto condividere con noi!

Il tema dei social è molto attuale e delicato e crediamo che vada affrontato in maniera più accurata, in modo da poter dare dei consigli utili a chi si trova ad avere a che fare con queste situazioni. Maria ci tiene a sensibilizzare sotto questo aspetto tutti gli arbitri, in particolare i più giovani che potrebbero sottovalutare le problematiche che potrebbero scaturirsi da un profilo curato con troppa leggerezza.

Se sei una ragazza e vuoi raccontarci la tua esperienza, compila il form!

Di Roba da Arbitri

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