“Ogni minuto che passo essendo arbitro è semplicemente incredibile”, afferma Mateu Lahoz, l’arbitro della finale di Champions League.
L’incontro di sabato sera vedrà fronteggiarsi Manchester City e Chelsea. L’arbitro, il 44enne padre di due ragazzi, intende godersi l’incontro al massimo.
“È semplicemente magico” dice Lahoz, nativo del piccolo villaggio di Agimia d’Alfara, sulla costa Valenciana.
“Onestamente, non avrei mai immaginato un giorno di arbitrare la finale della Champions”.
Lahoz ha già avuto tante esperienze ad alti livelli però, essendo stato quarto ufficiale nella finale del 2019 fra Liverpool e Tottenham. È inoltre fra i 18 arbitri selezionati per UEFA Euro 2020.
Come già detto, Mateu viene da un piccolo villaggio, dove tutti sono famiglia. Ha anche due fratelli e tre sorelle. “Gli altri membri della mia famiglia non sono particolarmente interessanti al calcio, forse solo il mio fratello più grande – fu proprio lui ad incoraggiarmi a fare il corso da arbitro. Mia madre poi mi segue dappertutto, viene a vedere tutte le mie gare. Non sa molto di arbitraggio ma il suo pensiero è molto semplice – se mi vede sorridere prima della gara, è contenta. Poi guarda la mia faccia a fine gara, se è serena, allora è ancora più contenta. Sento il supporto della famiglia, è fondamentale per me”.
La memoria del padre
Una persona certamente importante per Lahoz è stato il padre. “È mancato quando ero ragazzo, penserò certamente a lui prima della gara. Guarderò in cielo e penserò a lui. Ho avuto la fortuna di essere fortunato e in salute, qualcosa che purtroppo non è capitata a lui. Ma so che mi protegge, in ogni momento. Mi ha sempre appoggiato e incoraggiato, “su Mateu che ce la fai, puoi farlo, basta volerlo ..” – so che è sempre qui con me”.
Mateu Lahoz ha cominciato ad arbitrare nella Liga nel 2008. Quando è arbitro, cerca sempre di fronteggiare ogni situazione con la personalità “Arbitrare per me è felicità. Credo che il segreto per essere un grande arbitro sia di rimanere sempre se stessi. Quando arbitri una gara, è come se dovessi dirigere tante personalità diverse. Ed è qui che entri in gioco, devi saperle gestire e bilanciare, come arbitro sei tu stesso parte del gioco. Il tuo lavoro deve essere quello di “aiutare” giocatori e allenatori, nella maniera più tranquilla e rilassata possibile, se tu sei rilassato, loro pure lo saranno. Comunicazione, parlarsi e rispettarsi a vicenda, è fondamentale. Tutto questo renderà le tue decisioni più facili da prendere”.
La squadra arbitrale viene prima di tutto
Mateu crede che il rapporto costruito con la sua squadra, a partire dagli assistenti, sia di assoluta importanza. “Non sarei mai arrivato a questo punto senza di loro. Ci parliamo in continuazione, ci incoraggiamo a vicenda, ci fidiamo l’uno degli altri, conosciamo le forze e debolezze di ciascuno. Prima della finale, quando usciremo dallo spogliatoio per andare a riscaldarci, quello sarà il momento in cui ci guarderemo negli occhi e ci diremo – ragazzi, è tutto vero, siamo davvero qui. Su forza, diamo del nostro meglio, ma soprattutto divertiamoci, così faremo la nostra miglior gara possibile”.
“Mettiamola in questo modo – una squadra di calcio ha 11 giocatori … noi arbitri è come se fossimo una squadra di calcio – l’arbitro, i due assistenti, il quarto uficiale, i quattro VAR, il tecnico, l’addetto al monitor. Undici persone. Undici persone, una squadra, che è determinata a dare del proprio meglio”.
“Come si rilassa Mateu Lahoz prima di una grande gara? Oggigiorno cerco di guardare il mondo e la vita attraverso gli occhi dei miei figli” – dice pensando ai suoi ragazzi di otto e quattro anni – “Da arbitro passo tanto tempo lontano da casa, per me rilassarmi vuol dire spendere tempo in famiglia, aiutare e giocare coi miei figli, cosa c’è di più rilassante di questo?”.
L’emozione dell’Europeo per Mateu Lahoz
Dopo la finale di Sabato all’Estadio do Dragao, verrà subito Euro 2020. “È il primo Europeo per me e per la mia squadra. È un altro grande regalo poter essere parte di questo fantastico torneo, imparare e condividere momenti e felicità coi propri colleghi. Siamo eccitati dal poter spendere un’altra estate facendo qualcosa che amiamo, che è molto importante per tutti noi. Sono felicissimo”.
“Prima di essere un arbitro professionista facevo l’insegnante di Educazione Fisica, come mia sorella. Finita la carriera da arbitro internazionale credo proprio che tornerò a fare quella professione. Amo insegnare, e amo imparare. Tornare a scuola per me sarà un grande onore, lo farò certamente così come continuerò ad insegnare anche ai giovani arbitri della mia sezione. È mia responsabilità passare la mia esperienza ai giovani, è mio dovere aiutarli a crescere”.
“Adesso dobbiamo concentrarci sulla sfide davanti a noi, a partire da sabato e dall’Europeo. Esperienze che ricorderò per tutta la mia vita. Come ho già detto per me l’arbitraggio è felicità Cerco sempre di sorridere, di dare del mio meglio. Sono fortunato di avere come lavoro qualcosa che amo. E quando il tuo lavoro è anche la tua passione, beh … è impossibile chiedere di più …”.
In bocca al lupo per questa importantissima finale a Mateu Lahoz da parte di tutto il team di RDA!