Leonardo Corbo tra pallone e fischietto.immagine presa da www.sprintesport.it

Non è da molto che per gli under 18 è possibile perseguire la doppia carriera di arbitro-calciatore. Uno dei primi esempi in Italia è Leonardo Corbo giovane attaccante lombardo che racconta a sprintesport.it il suo rapporto con il campo tra pallone e fischietto.

In campo senza numero sulla schiena

Corbo parla di come sia arrivata la decisione di darsi all’arbitraggio e dice: «Ho incontrato Salvatore Racalbuto, ex arbitro di Serie A, che insegna Scienze Motorie nella mia scuola. La sua idea di organizzare un corso nell’istituto mi ha permesso di realizzare questo sogno chiuso nel cassetto da tanto tempo».Il ragazzo del 2005 ha già fatto il suo esordio in un match non facile: «È andata bene, è stato un incontro abbastanza complicato, però l’ho gestito bene e mi è anche piaciuto. Ho dovuto espellere due calciatori e assegnare un rigore».

Una scelta controcorrente

La scelta di Leonardo non è comune, dato che arriva in un periodo in cui le sezioni fanno fatica a trovare associati. Tra i motivi principali ci sono le violenze che noi arbitri subiamo da sempre e la scarsa protezione a noi offerta. Il rispetto per l’arbitro manca, così ce evidenzia Corbo: «Penso che, negli anni, si sia un po’ perso il rispetto verso la figura del direttore di gara. Credo che per migliorare sotto questo aspetto bisognerebbe ricordarsi che l’arbitro è umano e, come dice il regolamento, deve arbitrare al meglio delle sue capacità, esattamente come il calciatore che gioca con l’obiettivo di fare la miglior prestazione possibile»

Noi di Roba da arbitri facciamo un grosso in bocca al lupo a Leonardo per tutto. E ricordiamo a tutti coloro che amano giocare a calcio ma che vogliono provare l’ebbrezza di arbitrare che è possibile farlo se si è U18.

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Matteo Liguori

Roba da Arbitri

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