Aspetto esteriore arbitro

Vi siete mai chiesti se anche l’altezza è un criterio valutato dagli osservatori? I calciatori si comportano in maniera differente a seconda del differente aspetto esteriore di un arbitro o si tratta di leggende? Scopriamolo insieme!

Altezza e robustezza influenzano la direzione?

Si dice da tempo che per fare carriera, un arbitro, deve essere alto e atletico. Eppure, quando si arbitra, ciò che contraddistingue un arbitro capace da uno meno brillante sono le scelte. Saper riconoscere, in un istante, un fallo o un fuorigioco è la principale situazione oggetto di valutazioni da parte di giocatori e osservatori eventuali. Nonostante quindi il compito pratico che l’AE è chiamato a svolgere, uno studio svolto in spagna per 11 anni (J.A CASAJUS ET AL 2014) ha evidenziato come la classe arbitrale delle massime serie spagnole avesse altezze e BMI molto simili. Infatti la maggior parte di questi arbitri superava il metro e 80 di altezza e aveva una percentuale di massa magra molto bassa. Questo dato, ci fa capire che probabilmente anche l’aspetto esteriore conta. A parità di conoscenza e applicazione del regolamento, un arbitro più grosso fisicamente riceverà meno proteste dai calciatori rispetto ad uno più piccolo? Leggi il prossimo paragrafo

Complesso napoleonico dell’arbitro

Questa correlazione, che ancor prima di essere studiata era conosciuta agli addetti ai lavori, ha incuriosito alcuni scienziati che hanno osservato alcuni arbitri di statura minuta per comprendere se vi erano differenze nel loro comportamento in campo. Ebbene, secondo Dane McCarrick in uno studio del 2019, gli arbitri più piccoli” tendono ad estrarre più cartellini durante le partite. Questo atteggiamento aggressivo è presente anche in altri campi e in altre discipline ed è per questo che ci si aspettava un comportamento analogo anche nel calcio. Sembra infatti che se i giocatori esteriormente trovano l’arbitro poco autorevole allora saranno maggiori le proteste e quindi anche i cartellini. I direttori di gara più alti, invece, si trovano a non dover ricorrere necessariamente al cartellino visto che un richiamo verbale “Alla Collina” riesce ad essere più efficace.

Si tratta quindi di pregiudizio?

È giusto spezzare una lancia a favore dei nostri colleghi calciatori. Se da una parte dovrebbero avere maggior rispetto e sportività, dall’altra, noi arbitri dobbiamo essere molto preparati visto il delicato compito che svolgiamo. Si tratta solo di una partita, ma comunque dobbiamo impegnarci ed allenarci per arrivare pronti a dirigere il match. Essere in sovrappeso o non avere una buona condizione fisica spesso è visibile a occhio nudo. Questa immagine negativa è certamente un indizio che fa alzare le antenne ai ventidue in campo, che giustamente, vorrebbero essere diretti da un arbitro pronto e preparato. Allenatevi dunque!

Tendenza degli ultimi anni

I calcio negli ultimi 50 anni si è molto evoluto. Sia perché sono state introdotte nuove regole che hanno modificato il calcio e le sue dinamiche e sia per l’importanza delle partite. Tutto questo ha permesso un miglioramento e aumento della performance fisica dei giocatori, che oggi, sono più veloci e resistenti rispetto a generazioni fa. Questo ha influenzato persino la classe arbitrale che, come spiegato nel precedente articolo su “come allenarsi“, ha incrementato i km e l’intensità che un arbitro deve percorrere. Per questo oggi non basta più svolgere l’allenamento “Fai da te” ma servirebbe un apparato collaudato che sensibilizzi prima, e formi successivamente, tutti gli arbitri d’Italia e del mondo.

Cosa portarci a casa

Anche se spesso la scienza va contro la logica dobbiamo imparare a riconoscerla ed accettarla. Credo anche io sia altamente ingiusto giudicare un uomo dalle apparenze ma questo è puntualmente fatto in praticamente tutte le situazioni della vita. Anche quando entriamo nello spogliatoio di una squadra che stiamo per arbitrare già forniamo un immagine che influenzerà il corso della partita. Dire dunque, “L’importante è conoscere il regolamento” è scorretto visto che un ambiente ostile può creare di per sé insidie maggiori durante il processo di valutazione di un episodio. Come diceva Collina: “Saggio è chi pensa. L’arbitro non deve essere saggio. Deve essere impulsivo. Deve decidere in tre decimi di secondo.” Ed è per questo che arbitrare in un contesto sereno può fare la differenza.

Ludovico Riccioli
Roba da Arbitri

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