Cosa prova un arbitroCosa significa essere Arbitro - Roba da Arbitri - Collina

La figura dell’Arbitro di Calcio spesso non è capita, persino dagli addetti ai lavori. Se non si è dentro questo mondo difficilmente si comprendono i sacrifici, il lavoro e tutte le emozioni che si provano. In questo articolo cercheremo di riassumere quella che è parte dell’esperienza di un arbitro.
Quindi cosa significa essere Arbitro?

Conoscere il regolamento.

A volte chi è appassionato di calcio pensa di conoscere bene il regolamento. Spesso però, non è così.
Quando un ragazzo sceglie di iscriversi al Corso Arbitri e va in sezione per frequentare la prima lezione, scopre quasi sempre che conosceva pochissimo del regolamento.
Sicuramente se si conosce il regolamento di uno sport, si può apprezzare di più tutto ciò che succede.

AIA – Una grande famiglia.

Può sembrare una frase fatta. Vi assicuriamo che non è così. Dal momento in cui un ragazzo entra per la prima volta in sezione conoscerà altri ragazzi che, cosa importantissima, condividono la sua stessa passione. I colleghi di sezione ci sono e saranno sempre, sia nei momenti positivi che nei momenti negativi.

L’essere da solo mi spaventa.

E’ vero che in campo ci si ritrova da soli nel ricoprire un ruolo che tutti ritengono necessario, ma che non ha mai una sincera approvazione e sostegno. La condizione dell’Arbitro è sostanzialmente quella di un ragazzo che deve prendere decisioni e verrà per questo, inevitabilmente, giudicato da chi gioca o guarda la partita.

Un arbitro è da solo in campo, ma può sempre contare in tutti gli altri momenti della sua giornata su tantissimi colleghi e amici con cui condividere esperienze e opinioni.
Lo stemma dell’AIA sulla divisa deve ricordare sempre ad ogni arbitro che alla fine, non è mai solo, in ogni partita che arbitra lui è il rappresentante di migliaia di arbitri.

Molto importante è saper gestire l’ansia pre-partita, ma per quello c’è un articolo a parte.

“Ma chi me lo fa fare?”

Molte persone spesso chiedono: “ma chi te lo fa fare di andare a arbitrare a ricevere insulti?”. Gli arbitri sono sempre sotto una lente, che li osserva ed è pronta ad attivare l’allarme ad ogni errore commesso. Spesso non si considera però quell’emozione che si prova nell’assegnare un rigore, quell’emozione che si prova quando i dirigenti a fine partita si complimentano, quell’emozione che si prova quando ti designano per una categoria superiore, quell’emozione che si prova sapendo che senza di noi quella partita non si sarebbe mai giocata. Queste sono cose che gratificano, che accrescono il bagaglio culturale di chiunque entri nel mondo dell’AIA. Ad ognuno è data la possibilità di diventare un arbitro di serie A, perché non provarci?

Opportunità di crescita.

Ogni anno le sezioni hanno la possibilità di organizzare una RTO (riunione tecnica obbligatoria) con un ospite importante a livello Nazionale. Questo dà sicuramente un’opportunità molto importante di crescita tecnica e associativa.
Avere la possibilità di incontrare e parlare con un arbitro che è partito dai campi di provincia ed è arrivato dove tutti sognano di arrivare è sicuramente un’occasione imperdibile.

Si è arbitri sempre.

Ciò che deve caratterizzare l’arbitro di successo è un comportamento signorile. Rispetto ed equilibrio sono parole chiave che le persone devono associare alla figura dell’arbitro ed al suo operato. Il rispetto è innanzitutto verso se stessi ma anche verso calciatori e dirigenti, senza dimenticare quello per il nostro collega Osservatore Arbitrale.
L’arbitro è garante del rispetto delle Regole ma ciò non si limita al momento della partita. Sarebbe un controsenso non rispettare le regole durante la settimana e poi andare la domenica a farle rispettare. Si è Arbitri sempre… dentro ma soprattutto fuori dal campo da calcio!

L’arbitro è un esempio per gli altri, in qualunque contesto si trovi.

Roba da Arbitri

Di Roba da Arbitri

Roba da Arbitri a la più grande community di arbitri al mondo!

Commenta