Gariglio ArbitroMatteo Gariglio - Conosciamo gli arbitri CAN - Roba da Arbitri

MATTEO GARIGLIO, sezione di Pinerolo.

Nasce a Pinerolo il 28 aprile 1988.

Arbitro della CAN B dal 2020.

La carriera da Arbitro di Matteo Gariglio

Figlio d’arte (il papà Claudio è stato arbitro durante gli anni ’80), Matteo diventa arbitro nel 2004. Nel 2008 arriva la chiamata in regione, laddove conferma quanto di buono visto nei campi del pinerolese. Il simbolo della sua permanenza al CRA piemontese è sicuramente la Finale della Coppa Italia Eccellenza del 29 gennaio 2012 tra Verbania e Sciolze.

La stagione 2012/2013 vede Gariglio nell’organico della CAI, laddove mostra una consolidata autorevolezza, tale da meritare designazioni per alcune gare cruciali di campionati lontani come quello siciliano. La stagione alla CAI è seguita da quella in CAN D, durata tre stagioni e vissuta tra scenari importanti come il Tardini di Parma. Nel 2016 arriva una meritata promozione in CAN PRO, battezzata dalla sfida del Druso di Bolzano tra Südtirol e Fano.

Nel 2020 viene promosso alla CAN, esordendo in Serie B il 4 ottobre, nella partita Pisa-Cremonese. Il 24 aprile 2021 debutta in Serie A, in occasione dell’incontro Sassuolo-Sampdoria.

La sua lettera all’arbitraggio

Caro “Arbitraggio”,
da pochi giorni ho compiuto trentadue anni così hai pareggiato gli anni di vita in cui sei stato al mio fianco rispetto a quelli privi del tuo robusto abbraccio.
In questi sedici anni mi hai costretto a sacrifici faticosi.
Mi hai costretto a serate in cui, ricordo con nostalgia, salutavo gli amici pronti ad andare in discoteca per divertirsi e godersi la giovinezza senza di me.
Mi hai costretto a rinunciare alle vacanze, ad allenarmi quando gli altri dormivano, ad essere lontano quando la famiglia era riunita.
Mi hai costretto ad accettare insulti, alcune volte minacce e ad avere pazienza per accettare tutto questo.
Mi hai insegnato che la vita non è fatta solo di conquiste ma anche di privazioni; le stesse che hanno permesso a me stesso di restare modesto, vivere nella giusta misura e alle persone a cui voglio bene di dimostrarmi amore sopportando la mia assenza.
Mi hai insegnato a non essere pigro, a svegliarmi presto la mattina, ad essere costante, spesso instancabile, a curare il mio stato psicofisico e ad amare lo sport.
Mi hai insegnato l’organizzazione, la puntualità, a viaggiare facendomi scoprire angoli d’Italia meravigliosi e unici.
Mi hai fatto conoscere persone speciali, forti e leali.
Mi hai fatto crescere affrontando la paura e la tensione fino a farle diventare fedeli compagne che rendono la mia vita speciale.
Ti prometto che non cederò mai all’ossessione.
Ti voglio bene!

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