DANIELE ORSATO, sezione di Schio.
Nasce a Montecchio Maggiore il 23 novembre 1975.
Arbitro della CAN dal 2006.
La carriera da Arbitro di Daniele Orsato
Daniele Orsato cresce a Recoaro Terme, dove inizia ad avvicinarsi al mondo del calcio nella realtà dell’oratorio.
Dopo un’esperienza come allenatore delle locali squadre di pulcini inizia la carriera arbitrale a 17 anni presso la sezione AIA di Schio a cui tuttora appartiene. Viene promosso alla CAN C nel 2002, per decisione del dirigente arbitrale Claudio Pieri.
Nel 2006 viene promosso alla CAN A-B, ancora una volta selezionato dal suo mentore, l’ex arbitro ligure Claudio Pieri. In Serie A ha esordito il 17 dicembre 2006 in Siena-Atalanta.
A partire dalla stagione 2007-2008 è stato selezionato come quarto ufficiale dall’UEFA per alcune partite di Champions League, confermando così di essere uno fra i più promettenti giovani arbitri italiani.
Il 1º gennaio 2010 viene inserito nelle liste FIFA.
Anni 2010
Il 3 luglio 2010, con la scissione della CAN in CAN A e CAN B, viene inserito nell’organico della CAN A.
Nel settembre 2012 è designato dall’UEFA per una partita della fase a gironi della Champions League: si tratta dell’esordio assoluto per il fischietto veneto. Nell’occasione, dirige un match tra Dinamo Zagabria e Porto.
Al termine della stagione 2012/2013 viene designato per arbitrare la finale di Coppa Italia in programma all’Olimpico il 26 maggio 2013. Dirige la finale per tre stagioni consecutive, sia nella stagione 2013/2014 che nella 2014/2015.
Nel marzo 2015 viene resa nota dalla FIFA la sua convocazione al Mondiale Under 20, in programma tra maggio e giugno 2015 in Nuova Zelanda. Si tratta della prima convocazione in un torneo FIFA per il fischietto veneto.
Dal 1º luglio 2015 fa parte della categoria ELITE degli arbitri UEFA.
Il 25 maggio 2016 subentra, in qualità di arbitro addizionale, nella squadra arbitrale di Nicola Rizzoli selezionata per EURO 2016. Ciò accade a seguito dell’esclusione dell’arbitro precedentemente selezionato, Luca Banti di Livorno, che decide di rinunciare all’incarico per sopraggiunti motivi attinenti alla sfera personale.
Nel novembre 2017 è designato dalla FIFA per dirigere l’andata dello spareggio intercontinentale tra Honduras e Australia, valido per l’accesso ai Mondiali di Russia 2018, ai quali partecipa ufficialmente in qualità di VAR.
L’11 novembre 2018, in occasione dell’incontro Chievo-Bologna, dirige la sua 200ª partita in Serie A.
Il 29 maggio 2019 ricopre il ruolo di quarto ufficiale nella finale di Europa League tra Chelsea e Arsenal, arbitrata da Gianluca Rocchi allo Stadio Olimpico di Baku.
A luglio 2019 viene riconosciuto dall’AIA il premio Stefano Farina, per essere stato il migliore arbitro della CAN A della stagione 2018/2019.
Anni 2020
Il 24 giugno 2020 dirige Atalanta-Lazio, la sua 226ª in Serie A, agganciando Luigi Agnolin al primo posto nella classifica delle gare dirette nella massima serie da un arbitro veneto.
Il 23 agosto 2020 dirige la finale di Champions League tra Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. Si tratta dell’ottavo italiano chiamato a dirigere la finale della massima competizione continentale.
Il 21 aprile 2021, a 45 anni, viene selezionato ufficialmente dalla UEFA per EURO 2020: si tratta del primo torneo per nazionali maggiori al quale partecipa come arbitro effettivo. Al campionato europeo arbitra tre gare: Inghilterra-Croazia, Spagna-Polonia (gironi) e Svezia-Ucraina (ottavi di finale).
Il 12 luglio 2021 viene nuovamente insignito dall’AIA del premio Stefano Farina, per essere stato l’arbitro della CAN A-B meglio classificato nella graduatoria di merito della stagione 2020/2021.
Il 29 marzo 2022 dirige lo spareggio per l’accesso ai Mondiali del Qatar, tra Polonia e Svezia.
A Maggio 2022 la FIFA lo seleziona nel ruolo di Arbitro per i Mondiali di Qatar 2022, che si disputeranno tra novembre e dicembre.
Il sogno da ragazzino
Da ragazzino avevo la curiosità di sapere perché si accendeva la luce e il mio obiettivo era di diventare elettricista. Ho studiato al centro di formazione professionale di Trissino e poi ho trovato lavoro. Il primo giorno indossai la tuta blu e in mano avevo la cassetta degli attrezzi, uscii di casa e aspettai lungo la strada i colleghi che mi dovevano passare a prendere. Su quella strada, mentre aspettavo, pensai che il mio sogno lo avevo raggiunto.
La prima volta in sezione
Ricordo ancora la prima volta che sono entrato nella sede della sezione di Schio; era giusto uno scantinato di una scuola ma per me è stato davvero un colpo di fulmine, tutta quella carrellata di premi, le foto di Casarin e Agnolin. Persino il certificato penale bisognava allegare alla domanda per iniziare il Corso Arbitri, m’impressionò questo particolare e subito lì quella mia domanda: quanto ci vuole per arrivare in Serie A? Così il presidente di sezione si mise a spiegarmi che si comincia dagli esordienti e poi giovanissimi, juniores, dilettanti e su su, che ci vogliono circa 16 di anni.
La prima partita
Certo che mi ricordo la prima partita. Esordienti, Chiampo-Zumar Tezze, campo di sabbia. Non ho fatto altro che guardare loro, i giocatori, che giocavano… In tutto ho fatto quattro fischi, l’inizio e la fine dei due tempi, la prima è andata così.
La promozione alla CAN
Ricordo ancora tutto, era il 2006, io ero fuori a lavorare in un’industria di Valdagno e mi arrivò la chiamata di Luigi Agnolin, un po’ come se a un calciatore arrivasse la chiamata di Messi, non so se mi spiego. Agnolin mi disse che ero stato promosso in A, che mi aspettava per il ritiro a Sportilia. Stop lavoro, per quel giorno si finiva lì; ho avvisato pure il padrone, pure lui parecchio coinvolto: tutti in trattoria, offro io.
La delusione del 2005
La promozione alla CAN nel 2006, ma non mi dimentico l’anno prima: la delusione perché non mi avevano promosso. Stavolta ero in un asilo, stavo cambiando dei fili: anche allora stop col lavoro, via a casa, subito a fare un allenamento più duro del solito e per la delusione avevo deciso di dare le dimissioni. Il presidente della sezione non fece andare avanti la pratica, se tenne lui le carte e mi disse di provarci ancora, un altro anno. Aveva ragione.
Lo spareggio intercontinentale per i Mondiali del 2018
Partita ed esperienza più difficile di tutta la mia vita.
Senza auricolari e bandierine elettroniche… ho arbitrato come al CRA utilizzando gli stessi gesti per capirci con gli AA… senza Addizionali, VAR e Gol Line Tecnology…
La designazione per la finale di Champions League
Mi stavo allenando a Recoaro quando mi arriva una videochiamata da Roberto Rosetti, designatore della UEFA. Mi fa una domanda: Sei pronto per fare un’altra partita? Ma in quel periodo l’unica partita da giocare era la finale di Champions League tra Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. Sono tornato a casa, mi sono seduto sul letto e ho pianto. Quando i miei figli mi hanno visto con le lacrime hanno capito subito che mi era stata assegnata la finale e ci siamo abbracciati. Devo dire che la notizia della designazione è stata un’emozione ancora più grande dell’arbitraggio.
EURO 2020
Agli Europei ho arbitrato tre gare: Inghilterra-Croazia, Spagna-Polonia e Ucraina-Svezia poi sono tornato a casa perché la nostra nazionale è andata avanti e sono felice sia andata cosi. L’Europeo è stata una esperienza bellissima.
Quando l’Italia ha vinto l’Europeo ho festeggiato come un matto nel mio paese, Recoaro. Ricordo che nella sala parrocchiale in occasione della finale avevo installato uno schermo gigante per far seguire la partita agli abitanti della mia frazione. Eravamo circa 200 persone attrezzati con panini e hamburger, volevamo goderci quei momenti magici.
I cinque momenti magici della carriera
Partirei dal 2006 che coincide con la mia promozione in serie A e con la nascita del primo figlio, Gabriel; a questo affiancherei il 2010 quando nasce il mio secondo figlio, Wiliam, e divento arbitro internazionale. Poi la designazione per la finale di Champions dell’agosto 2020 con l’abbraccio dei miei figli e poi l’Europeo dell’anno scorso…
La quinta? Deve ancora arrivare, incrociamo le dita perché coincida con il Mondiale in Qatar.