Bastien ArbitroBenoit Bastien - Il miglior arbitro di Ligue 1 - Roba da Arbitri

BENOIT BASTIEN, Francia.

Nasce a Épinal il 17 aprile 1983.

Arbitro FIFA dal 2014.

Come ha iniziato a fare l’arbitro Benoit Bastien

Mi sono avvicinato all’arbitraggio dopo aver avuto la possibilità di “fischiare” a scuola durante le lezioni di educazione fisica. Anche nelle gare tra amici il mercoledì pomeriggio ero spesso quello che prendeva l’iniziativa di arbitrare le partite e gli altri studenti mi chiamavano per questo regolarmente. Ho scoperto quindi una passione inizialmente insospettabile perché l’arbitro non era un ruolo che mi attirava quando ero calciatore; la figura dell’arbitro non aveva un’immagine positiva ai miei occhi ma alla fine fischiettando ho capito che c’erano molti aspetti interessanti nello svolgere la funzione di arbitro.

L’arbitraggio come scuola di vita

Ho apprezzato molto il fatto che dobbiamo assumerci delle responsabilità, dobbiamo assumerle quando abbiamo 15 anni, non è qualcosa che facciamo naturalmente. L’arbitraggio mi ha aiutato enormemente in questo aspetto, che poi mi è servito nella mia vita di tutti i giorni, a scuola e successivamente anche quando sono entrato nella vita lavorativa.

Ho avuto la possibilità negli anni di scalare le varie categorie ma nonostante ciò già durante le mie prime partite a livello dipartimentale mi divertivo molto. Tra i miei ricordi più belli conservo ancora una finale di coppa dipartimentale nell’Under 18; all’epoca avevo due anni di arbitraggio ma rimane uno dei miei ricordi più belli. Adesso che sono arrivato ad alti livelli quello che mi piace soprattutto è vivere gli eventi non per me ma per altri; quello che mi piace dell’essere un arbitro è essere al servizio degli altri.

L’esperienza di EURO 2016

Presto molta attenzione all’umiltà e alla fine provo molto più piacere nel vedere gli altri felici che nel sentirmi felice. L’arbitraggio è un lavoro di squadra e io ho avuto l’opportunità di fare alcune competizioni sia in Francia sia a livello internazionale delle quali conservo bellissimi ricordi. Ad esempio di EURO 2016 quello che ricordo oltre l’aspetto sportivo è l’aspetto umano e il fatto di aver potuto vivere questa competizione con altri cinque colleghi che sono molto più che colleghi. L’arbitraggio è come una famiglia dove possiamo stringere con certi colleghi legami molto forti condividendo belle emozioni; la cosa più bella è vedere il loro sorriso, guardare la gioia che li ha portati a partecipare a una competizione del genere.

La cura dei particolari

Attorno a noi c’è un team di professionisti sia per quel che riguarda l’aspetto atletico che l’analisi e preparazione delle partite. C’è molto lavoro dietro questo aspetto. Analizziamo le tattiche delle squadre, le caratteristiche dei giocatori, come si comportano su situazioni di palla inattiva come angoli o punizioni. Quali giocatori vanno in area, quali sulle fasce, se sono destri o mancini. Sono tutti aspetti importanti.
Bisogna aspettarsi l’inaspettabile. Ogni partita è diversa – e questo rende il calcio e l’arbitraggio così bello. Ho arbitrato diverse centinaia di partite da quando ho iniziato ma non c’è mai stata una partita identica a un’altra.
Oggi la gestione della gara occupa gran parte del lavoro dell’arbitro. Direi che fa la differenza tra un buon arbitro e uno eccellente. Gran parte del nostro lavoro oggi consiste nell’essere accettati nonostante decisioni impopolari. È in questi casi che si guadagna buona parte della credibilità e si cresce come arbitri.

Dopo il triplice fischio finale, se tutto è andato bene allora potremo essere felici.
Questo è un momento che noi in quanto arbitri speriamo tutti di provare dopo una partita. Lavoriamo esattamente per questa sensazione.

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